Dom. Apr 20th, 2025

Sabato Santo: il mistero che prepara la Vita

C’è un giorno, nel cuore del Triduo Pasquale, che spesso passa inosservato. Un giorno apparentemente vuoto, sospeso tra il dolore della Croce e la gioia della Risurrezione: il Sabato Santo. Sembra solo una pausa, una parentesi silenziosa fra due liturgie intense, ma in realtà custodisce un significato profondo, autentico, trasformante.
Il Sabato Santo è il giorno del silenzio. Ma non di un silenzio qualsiasi: non quello tecnico del teatro, utile a cambiare scena o a predisporre nuovi elementi. È un silenzio denso, carico di attesa e di mistero. Un silenzio che abita le viscere della terra, che scava in profondità nel cuore dell’uomo, che accompagna il buio del sepolcro e il peso dell’incertezza.
In questo giorno tutto tace. Anche Dio sembra essersi ritirato. È il tempo dell’assenza, della prova, del dubbio. Le donne che avevano amato Gesù si muovono all’alba per preparare aromi, per ungere un corpo senza vita. Il loro amore è fedele, concreto, ma inconsapevole. Non sanno che il loro gesto, così pieno di cura, diventerà inutile. Quel corpo che pensano di trovare adagiato nella morte, in realtà non c’è più. Il sepolcro è vuoto. La pietra, misteriosamente, è stata rotolata via.
Quante volte anche noi ci affanniamo a preparare unguenti per ciò che crediamo morto. Quante energie sprechiamo cercando soluzioni ai problemi, tentando con le nostre forze di spostare le pietre che ci sbarrano il cammino. E invece, quando non possiamo più nulla, quando siamo spogli di ogni appoggio, ecco che Dio interviene. Sempre. Proprio lì, dove finisce il nostro fare, inizia il suo agire.
Il Sabato Santo è questo: uno spazio di resa, ma anche di fiducia. È il giorno in cui impariamo che la Pasqua non si costruisce con le mani, ma si accoglie col cuore. È il tempo in cui la fede non si proclama, ma si vive nel silenzio, nella pazienza, nell’affidamento.
È il giorno in cui non si celebrano liturgie, ma si attende. E in quell’attesa apparentemente muta, Dio compie l’inimmaginabile. Non si tratta solo di credere che Gesù risorgerà, ma di lasciarsi sorprendere dal fatto che la Risurrezione ci raggiunge spesso quando meno ce lo aspettiamo, a nostra insaputa, come una luce che squarcia il buio. E allora, questo silenzio non è vuoto, ma gravido di vita. È il grembo della Pasqua. È il momento in cui, pur senza parole, qualcosa si muove dentro di noi. Una fede nuova, che nasce senza clamore, ma che prepara la gioia vera.
Il Sabato Santo è la notte dell’anima che precede l’aurora. E quando finalmente vedremo la pietra rotolata via, capiremo che Dio aveva già agito, mentre noi ancora ci interrogavamo sul come fare.

Antonella Sedda

By G&A

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