«Pellegrini di speranza». In quasi 1400 hanno risposto all’invito della pastorale giovanile a partecipare e vivere la Giornata regionale dei giovani, celebrata a Mogoro.

Un pellegrinaggio vero e proprio: da Masullas, dove si sono radunati per dirigersi verso Mogoro, con alla testa la Croce portata a spalle anche dai sindaci del territorio, guidati da monsignor Corrado Melis, vescovo di Ozieri e delegato per la Pastorale giovanile. Un percorso di poco più di 3 chilometri, scandito da canti e preghiere, in un clima di gioia.
L’arrivo all’Anfiteatro, accolti dal coro diocesano di Cagliari, che ha animato la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Melis e concelebrata dai sacerdoti presenti.
Un colpo d’occhio importante quello dell’anfiteatro colmo di persone, dalle felpe colorate che rispondevano alle sollecitazioni offerte dal Vescovo.

Nel corso dell’omelia monsignor Melis ha incentrato la sua riflessione, partendo dall’episodio dell’adultera presente Vangelo: una capacità di vedere trasformato il dolore in un dono prezioso.

Per far meglio comprendere il senso della riflessione, il Vescovo ha raccontato la storiella delle due ostriche.
«Un’ostrica disse a un’altra sua vicina: “Ho dentro di me un gran dolore. È qualcosa di pesante e tondo, e io sono allo stremo”. Replicò l’altra ostrica con altezzoso compiacimento: “Sia lode ai cieli e al mare, io non ho nessun dolore in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori”. In quel momento passava un granchio e udì le due ostriche, e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: “Sì, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta in sé è una perla di straordinaria bellezza”».
Il Vescovo ha così inviato i presenti ad avere un nuovo sguardo verso quanto accade nelle nostre vite, sapendo che non saremo mai soli perché c’è Dio, cercando di guardare al dolore come elemento che può essere trasformato, cambiato, impreziosito: quel dolore ci ha reso custodi di un tesoro di straordinaria bellezza.
Dopo il pranzo nel prato attorno all’anfiteatro, il momento della festa con l’animazione della PG di Cagliari e alcune testimonianze, come quella di alcuni giovani, che nel periodo estivo hanno trascorso il tempo libero in attività di solidarietà anche in luoghi molto lontani da casa, o quella di chi colpito da poliomielite fin da piccolo non si è mai scoraggiato, tanto da fondare una società sportiva, vivere una normale vita e diventare nonno, fatto accaduto nei mesi scorsi.
C’è insomma speranza, tema del Giubileo declinato nella giornata di Mogoro nelle sue diverse modalità.
La conclusione, affidata alla musica del Coro gospel «Black Soul», ha letteralmente infiammato la sala: canti, animazione, braccia in aria e voglia di condividere.

Al termine la consapevolezza che la Giornata dei giovani, oltre a creare rapporti e ha indicare la speranza come chiave di lettura dei fatti quotidiani, ha anche rappresentato un’opportunità di preparazione al Giubileo degli adolescenti e a quello di giovani, che vedrà protagonisti molti dei 1400 partecipanti di Mogoro.
Articolo realizzato dalla Ces