Mar. Apr 1st, 2025

Don Antonio: “Il perdono cristiano: un amore che non tiene conto dei debiti”

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Il Vangelo di questa domenica , che noi cristiani ormai diamo per assimilato, si chiamava del Figliol Prodigo, ora del Padre Misericordioso, con la cultura contemporanea si deve presupporre che non si senta propria nè la figura del Padre, nè quella del perdono gratuito, tantomeno una ristrutturazione dei rapporti familiari disallineata economicamente. Quindi, dobbiamo attendere una terza definizione? Mah?
Cioè l’ingiustizia che reca il perdono di un’altra persona “ sì o sì” , come dicono a Madrid! Il Padre ti perdona e tu adesso sottrai nuovamente cibo alla mia tavola, mensa che per parte tua ti eri già mangiato abbondantemente, ponendo a rischio anche le mie risorse, questa sarebbe la volontà di Dio?
Dobbiamo dire, con buona pace di tutti e per la cura del self, come si dice oggi in psicologia, che questa è una pagina di vita cristiana non facilmente accettabile da tutte le culture e soffre di un dislivello in perdita per chi consente questo indulto totale.
Solo un fatto la giustifica, che, per il motivo dell’imitazione di Cristo, che è il percorso cristiano, egli farà questo: fratello incolpevole, pagherà i debiti di tutta la famiglia. È giusto? Tecnicamente non proprio, è, come era scritto sotto la croce che amava don Tonino Bello: “Charitas sine modo”. Un amore incontenibile che non tiene conto di entrate e uscite. Forse può capire, non ci si crederebbe, un matematico, ma non un aritmetico. È un’operazione che consente i numeri infiniti, non un’addizione o sottrazione. In sostanza non ci sono parti civili in questo amorevole fallimento economico. Il perdono cristiano è umanamente in perdita, perché ingiusto dalle 12 tavole in poi. Ti perdono se mi rendi ciò che mi devi, non è cristiano. È giusto sicuramente, ma il Cristo non è una tavola di pietra. Ti perdono senza perché, ti perdono perché passa la scena di questo mondo. Ti perdono senza un perché, come se per amore non ce la facessi a fare altrimenti. Così , semplicemente, in forma esuberante, anche se passo per stupido.

Don Antonio Tamponi

By G&A

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