“Siamo prigionieri della speranza, incatenati al Dio dei nostri padri.” Così Mons. Andrea Andreozzi, Vescovo di Fano, durante l’omelia pronunciata oggi nella Basilica di San Simplicio a Olbia, dove si è tenuta una celebrazione giubilare dedicata al tema della Speranza.

Alla santa Messa hanno partecipato il Vescovo diocesano Mons. Roberto Fornaciari, il Vescovo emerito Mons. Sebastiano Sanguinetti, il parroco Don Antonio Tamponi, Don Cesare Nicolai, don Rinaldo Alis e i diaconi Ignino Faraglia e Lino. Ad animare la celebrazione il coro parrocchiale.
Mons. Andreozzi, nell’omelia, ha voluto mettere al centro un’immagine forte: quella dei “prigionieri della speranza”. Citando il profeta Zaccaria, ha spiegato che la speranza non è un’illusione o un semplice desiderio, ma una condizione interiore che lega l’uomo a Dio con vincoli indissolubili.
“Essere prigionieri della speranza, come dice in un passo il profeta Zaccaria, rivolto agli esuli che ritornano nella città santa: ‘Vi estrarrò dal pozzo senza acqua. Ritornate, ritornate, o prigionieri della speranza.'”

Le parole del Vescovo hanno inviato i fedeli a non cedere allo sconforto, nemmeno nelle circostanze più dure: “Ogni credente – ha detto – ripone la sua speranza in un Dio che è presente anche in fondo a un carcere, anche quando siamo imprigionati a causa del Vangelo.”
Mons. Andreozzi ha poi proseguito con una riflessione sulla figura del Messia, sottolineando come la speranza non sia sinonimo di trionfo immediato, ma di fiducia profonda anche quando la vita sembra perdere senso: “Anche il Messia in cui crediamo è un Messia che non ha voluto salvare se stesso, ma per salvare noi ha confidato in Dio suo Padre, – ha spiegato – si è affidato alla salvezza che viene dal Padre, lo ha invocato, ha gridato, anche nel momento della tenebra non ha cessato di sperare.”
Il Vescovo ha ribadito che la speranza è una scelta coraggiosa e necessaria, una presa di posizione davanti alle difficoltà della vita: “Basta il suo dito, – ha affermato – basta un dito della mano di Dio per rifarsi creature nuove, per ridisegnare un mondo come a lui piace.”

Un altro tema affrontato è stato quello del pellegrinaggio come cammino di conversione e rinnovamento:
“Il pellegrinaggio è un cammino di conversione e di penitenza. La Quaresima lo dice bene. Il pellegrinaggio vuole restituirci un cuore di carne al posto del cuore di pietra.”
Non è mancato poi, un invito all’unità:
“Una sola è la speranza alla quale siamo stati chiamati. Una sola. Che anno santo sarebbe se qui ognuno avesse la sua particolare speranza? Se ognuno fosse mosso da una speranza diversa da quella di un altro, saremmo un regno diviso in sé stesso.” Il richiamo all’unità è stato accompagnato dall’immagine del faro: “Il faro del porto fa luce perché tutte le navi possano radunarsi verso la stessa direzione e attraccare lì dove c’è sicurezza. Così questo anno santo, giubilare, dedicato alla speranza ci aiuti a sentirci uniti, concordi, riconciliati non solo con Dio ma anche tra noi.”
Numerosi fedeli hanno gremito la Basilica, partecipando con raccoglimento e devozione.

La celebrazione è stata trasmessa in diretta televisiva su Teleregione Live, canale 88 del digitale terrestre.