Mer. Apr 2nd, 2025

La Trasfigurazione: la luce che guida il cammino della Quaresima

Nel cuore del cammino quaresimale, la liturgia della seconda domenica propone il Vangelo della Trasfigurazione (Lc 9,28-36), un evento che si impone come rivelazione anticipata della gloria pasquale e come invito alla speranza. Un mistero che ha profondamente interrogato la riflessione dei Padri della Chiesa, dei Pontefici e dei grandi maestri del pensiero cristiano.

La Trasfigurazione, anticipo della gloria pasquale

Sant’Agostino, commentando questo passo evangelico, sottolineava la funzione pedagogica del Tabor: “Il Signore si trasfigurò davanti ai suoi discepoli affinché, vedendo la gloria, non si scandalizzassero alla vista della sua croce” (Sermone 78). La Trasfigurazione, dunque, non è solo una rivelazione del mistero di Cristo, ma una preparazione al dramma del Calvario. È il segno che la via della croce è la via della gloria, che la morte non ha l’ultima parola.

Un invito che interpella anche l’uomo di oggi. La fatica della Quaresima, le rinunce e la conversione non sono fini a se stesse, ma orientate a quella luce di Pasqua che già ora si intravede nel volto trasfigurato di Cristo.

L’ascolto come via di trasfigurazione

Centrale nel racconto evangelico è l’invito del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo!” (Lc 9,35). È un comando che attraversa i secoli e giunge a noi con tutta la sua forza. Papa Benedetto XVI, riflettendo su questo passo, sottolineava che “ascoltare Cristo comporta seguire la sua logica, la logica della croce, che conduce alla risurrezione e alla vita vera” (Angelus, 2010).

La Quaresima diventa allora tempo di ascolto, di rinnovato contatto con la Parola che non solo illumina, ma trasfigura l’esistenza di chi la accoglie. Come osserva San Tommaso d’Aquino, “la Trasfigurazione del Signore è prefigurazione della nostra stessa trasfigurazione, quando saremo simili a Lui nella gloria eterna” (Summa Theologiae, III, 45, 4). La vera conversione inizia sempre da un ascolto profondo, da un lasciarsi interrogare dalla Parola che salva.

L’insegnamento dei pontefici: la bellezza di Dio che salva

San Giovanni Paolo II, nella sua riflessione teologica, vedeva nella Trasfigurazione il compimento della bellezza di Dio che si rivela all’umanità: “Nel volto trasfigurato di Cristo risplende la bellezza di Dio, che chiama ogni uomo alla sua somiglianza”. È un invito a riscoprire la bellezza della fede, non come ornamento, ma come verità che trasfigura la vita.

Anche Papa Francesco, nell’omelia del 2021, richiamava l’essenza di questo mistero: “La Trasfigurazione ci ricorda che la nostra vita è una vocazione alla luce, ma questa luce passa sempre attraverso la Croce. Non esiste risurrezione senza il coraggio di abbracciare la croce”.

Un cammino che interpella i cuori

La Trasfigurazione interpella la comunità cristiana di oggi. Se il monte Tabor è luogo di luce, è anche il segno della necessità di una salita, di un impegno concreto. La Quaresima chiede di compiere questo cammino interiore, salendo verso Dio attraverso la preghiera, il digiuno e la carità. È la salita della fatica e della rinuncia, ma anche della purificazione e della speranza.

Come sottolineava il teologo Hans Urs von Balthasar, “solo chi contempla la bellezza del Cristo trasfigurato può trovare il coraggio di seguire il Crocifisso”. È un messaggio chiaro per ogni credente: per giungere alla luce della Pasqua, occorre lasciarsi trasfigurare nella vita quotidiana, abbandonando le ombre dell’egoismo e aprendosi alla luce della carità.

Dal monte alla quotidianità

Il racconto evangelico non termina sul monte. Gesù, dopo aver mostrato la sua gloria, scende con i discepoli, quasi a dire che la luce contemplata non deve restare chiusa in un momento isolato, ma diventare luce nel quotidiano. Come scrive Papa Francesco nella Christus Vivit, “la santità non è fatta di estasi lontane dalla vita, ma di fedeltà concreta nel quotidiano, di scelte di bene che illuminano le oscurità del mondo”.

By G&A

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