L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, è un’occasione per riflettere sul ruolo della donna nella società, sui traguardi raggiunti e sulle sfide ancora aperte. Non è solo una festa, ma un momento di consapevolezza e riconoscenza verso tutte le donne che, con forza e determinazione, contribuiscono ogni giorno al progresso del mondo. Questa giornata affonda le sue radici nelle battaglie per i diritti delle donne, dal diritto di voto alla parità salariale, dal riconoscimento del lavoro domestico alla lotta contro la violenza di genere. Sebbene oggi si celebri con mimose e auguri, il suo vero significato va ben oltre i simboli floreali: è un giorno che invita alla riflessione e all’azione concreta.
Le donne sono sempre state il cuore pulsante della società. Ogni terra ha le sue donne forti, madri, figlie, sorelle che con mani operose impastano il pane e intrecciano la vita, che portano sulle spalle il peso della famiglia e della comunità ma ovunque la donna è da sempre simbolo di resistenza e amore, di sacrificio e fierezza. Le nonne che raccontano storie davanti al focolare, le madri che con uno sguardo dicono più di mille parole, le giovani che sognano un futuro diverso senza dimenticare le proprie radici. Non sempre il coraggio si manifesta con gesti eclatanti. Spesso è racchiuso nelle piccole azioni quotidiane: nella madre che si alza all’alba per garantire un futuro ai suoi figli, nella donna che trova la forza di ricominciare dopo una delusione, in chi non si arrende di fronte alle avversità della vita. Sono queste le donne che meritano di essere celebrate, ogni giorno. Custodi di memoria e tradizioni, madri, lavoratrici, studiose, artiste, politiche e scienziate: hanno cambiato il corso della storia spesso nel silenzio, lottando contro pregiudizi e ostacoli. Dalle grandi figure storiche alle donne comuni che ogni giorno affrontano difficoltà con coraggio, ognuna merita di essere celebrata e valorizzata.
Oggi la condizione femminile è migliorata in molti paesi, ma c’è ancora molto da fare. Troppe donne subiscono violenze fisiche e psicologiche, discriminazioni sul lavoro, limitazioni nella libertà di scelta. La festa della donna non deve essere solo un rituale, ma un’opportunità per chiedere rispetto, dignità e pari opportunità per tutte.
La vera celebrazione sta nei piccoli gesti quotidiani: nel rispetto, nella parità, nella condivisione delle responsabilità. La donna non ha bisogno di un giorno speciale per essere apprezzata, ma di una società che la riconosca sempre, senza stereotipi né privilegi.
Che l’8 marzo sia un punto di partenza, non un semplice evento sul calendario. Perché ogni giorno è il giorno giusto per dire grazie alle donne e per costruire un mondo più equo. Se pensiamo al cuore della creazione, Dio ha voluto la donna come custode della vita, presenza luminosa che porta amore, speranza e dedizione. Fin dalle Sacre Scritture, la donna è stata scelta per compiere opere straordinarie: Maria, giovane umile di Nazareth, ha accolto con fede il progetto divino, diventando Madre del Redentore e modello di ogni donna. Gesù stesso ha riconosciuto il valore della donna in un tempo in cui la società la relegava ai margini: ha parlato con la Samaritana al pozzo, ha difeso l’adultera dalla lapidazione, ha affidato a Maria Maddalena l’annuncio della Risurrezione. La sua missione ha dato dignità e voce a chi era considerato inferiore, indicando la via dell’amore e della giustizia. Oggi più che mai, la donna è chiamata a essere testimone di fede, a portare luce nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nella società. La sua forza silenziosa è segno della presenza di Dio nel mondo, un riflesso di quella maternità spirituale che accoglie, protegge e genera vita. Che questo 8 marzo sia un’occasione per riscoprire il valore della donna nel disegno divino, affinché ogni donna possa sentirsi amata, rispettata e valorizzata come figlia di Dio.
Antonella Sedda