Sab. Mar 1st, 2025

Ingresso di mons. Mario Farci a Iglesias

Un migliaio di persone ha fatto da cornice all’ingresso nella diocesi di Iglesias del nuovo vescovo Mario Farci. Nella cattedrale di Santa Chiara la celebrazione per la presa di possesso canonico della diocesi, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Cagliari Giuseppe Baturi, concelebranti i vescovi emeriti Mosè Marcia e Giovanni Paolo Zedda. Presenti in chiesa i sindaci dei comuni della diocesi insieme alle autorità civili e militari, le numerose persone che non hanno trovato posto all’interno della cattedrale hanno seguito il rito nei maxischermi allestiti in piazza Municipio e nella chiesa di San Francesco. Al termine della celebrazione il nuovo vescovo si è infine trattenuto in piazza dove è stato allestito un buffet e il taglio della torta, ricevendo il saluto e gli auguri dei fedeli presenti, giunti a Iglesias da tutte le parrocchie della diocesi. Presente anche una numerosa rappresentanza del clero della diocesi di Cagliari. 

“Il vescovo è colui che sta sullo stesso piano, non guarda nessuno dall’alto in basso ma sta davanti, come me in questo momento – ha detto monsignor Farci nella sua prima omelia da vescovo di Iglesias – Quest’oggi è tutta la chiesa che si riunisce unita da una sola Fede che tutti condividiamo e che ci fa figli e figlie dello stesso padre, generati da una stessa madre. È vero che io in questo momento sto davanti a voi ma non inizio il mio ministero da solo, non sono io la chiesa. Iniziamo un cammino insieme, un cammino che chiesa è già iniziato da tantissimo tempo: il vescovo è nella chiesa e per la chiesa”.

“La nostra attenzione in particolare va a chi ha perso o sta perdendo il lavoro – ha aggiunto il vescovo Mario – alle nostre città e ai nostri paesi sempre meno popolati, a chi vive in situazione di estrema povertà, ai migranti che sbarcano sulle nostre belle coste, a chi vive nella sofferenza sia fisica sia di altra natura, in modo particolare ai giovani che mi hanno voluto rivolgere ben due saluti e li ringrazio, nei quali hanno manifestato le loro attese, le loro speranze ma anche le loro delusioni, i loro problemi”.

Centrale nella sua omelia la riflessione sulle beautitudini, in riferimento all’odierno vangelo di Luca. “Non siamo beati perché abitiamo in una zona geografica meravigliosa come il Sulcis Iglesiente – ha detto ancora mons. Farci – come è la Sardegna, sebben sia pure una zona non sempre rispettata e valorizzata adeguatamente. Neppure siamo beati perché siamo potenti e possiamo confidare in noi stessi nelle nostre opere, nei nostri programmi, nei nostri progetti. Certo, questi pure li dobbiamo elaborare e cercheremo di farlo nel migliore dei modi, tutti insieme, come chiesa sinodale, in modo particolare insieme con i presbiteri, i diaconi. La nostra beatitudine però dipende da ben altro, è fondata in Dio, sulla sua fedeltà, ogni nostra idea è fondata sul progetto che Dio ha per noi, ogni nostra azione deve essere una risposta al suo amore misericordioso, che sempre ci precede e ci accompagna e senza il quale nulla ha senso”.

By G&A

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