Gio. Feb 6th, 2025

Aga Khan e la Sardegna: il sogno della Costa Smeralda

Si è spento ieri, 4 febbraio, all’età di 88 anni il Principe Karim Aga Khan IV, leader spirituale dei musulmani ismailiti e visionario fondatore della Costa Smeralda. La notizia della sua scomparsa si è subito rincorsa in tutto il mondo e confermata dall’Aga Khan Development Network, l’organizzazione da lui creata per promuovere lo sviluppo economico, culturale e umanitario in tutto il mondo.
Nato a Ginevra il 13 dicembre 1936, il Principe Karim ha assunto la guida della comunità ismailita nel 1957, a soli 20 anni, succedendo al nonno. Fin da giovane, ha saputo coniugare il suo ruolo di guida spirituale con un’imprenditorialità illuminata, diventando un punto di riferimento per l’innovazione e la cooperazione internazionale. In Italia il nome dell’Aga Khan è indissolubilmente legato alla Sardegna, e in particolare alla nascita della Costa Smeralda. Nel 1962, affascinato dalla bellezza selvaggia della Gallura, acquistò circa 1.800 ettari di terra, immaginando un turismo d’élite che rispettasse l’ambiente e l’identità locale. Così nacque il Consorzio Costa Smeralda, un progetto che trasformò un’area incontaminata in una delle mete più esclusive al mondo, senza mai tradire il rispetto per il territorio. Il suo nome resterà per sempre legato a , quel progetto visionario nato dall’amore per un’isola ancora selvaggia e autentica.Tutto ebbe inizio nei primi anni ’60, quando il giovane principe, durante una crociera nel Mediterraneo, rimase affascinato dalla bellezza incontaminata della costa gallurese. All’epoca, la Sardegna era ben lontana dall’essere una meta turistica d’élite: le sue spiagge erano ancora sconosciute al grande pubblico, i collegamenti erano difficili e la vita si basava su agricoltura e pastorizia.
Aga Khan vide in quella terra un potenziale straordinario. Prese cosi il via un progetto straordinario che avrebbe rivoluzionato l’economia e l’immagine della regione.
A differenza di altri progetti turistici sviluppati in quegli anni, la Costa Smeralda non divenne un luogo di costruzioni invasive o di turismo di massa. L’ Aga Khan volle un’architettura che rispettasse il paesaggio e le tradizioni locali, coinvolgendo architetti del calibro di Jacques Couëlle e Luigi Vietti. Le ville e gli hotel costruiti seguivano le forme morbide della natura, un’architettura armoniosa, ispirata alle tradizioni locali, con l’utilizzo di materiali quali il granito, legno e ferro battuto che si integravano perfettamente con il territorio.
Porto Cervo divenne il cuore pulsante della Costa Smeralda, un rifugio per il jet set internazionale, con yacht, eventi esclusivi e strutture di altissimo livello. Ma, al di là del glamour, il progetto portò anche sviluppo economico e occupazione per la popolazione locale, creando opportunità lavorative nel settore turistico, artigianale e dei servizi.
Negli anni, l’Aga Khan si allontanò progressivamente dalla gestione diretta della Costa Smeralda, vendendo le sue quote nel 2003. Tuttavia, il segno del suo passaggio rimane evidente: la Gallura deve a lui il suo prestigio internazionale, e il suo nome è ancora oggi sinonimo di eleganza e bellezza. La Sardegna lo ricorda non solo come un imprenditore, ma come un uomo che ha saputo vedere oltre, immaginando un futuro diverso per un territorio che amava profondamente.
Con la sua scomparsa si chiude un capitolo di storia, ma il segno lasciato dal Principe Karim Aga Khan IV resterà impresso nella memoria collettiva, come le onde che accarezzano le coste della sua amata Sardegna.

Antonella Sedda

By G&A

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