Nella serata di sabato 18 gennaio, il salone parrocchiale della Chiesa di San Ponziano Papa a Olbia ha ospitato un incontro di grande rilevanza incentrato sul tema “Le provocazioni del contesto culturale contemporaneo alla Chiesa”. A condurre la conferenza è stato il Prof. Ubaldo Montisci, docente dell’Università Pontificia Salesiana e profondo conoscitore delle dinamiche catechetiche e formative.
L’evento, organizzato dalla Comunità Educativo Pastorale di San Ponziano Papa nell’ambito del percorso di Catechesi di Iniziazione Cristiana, ha attirato un pubblico variegato composto da catechisti, operatori pastorali e fedeli interessati al dialogo tra fede e società. Tra i presenti, oltre al parroco di San Ponziano Papa, don Alessandro, anche don Mauro Bucciero, parroco della parrocchia Santa Vittoria in Telti e Vicario Generale della diocesi di Tempio-Ampurias, don Paolo Pala, parroco di Palau, e altri sacerdoti provenienti dai paesi limitrofi. La loro partecipazione testimonia l’importanza del tema trattato e il desiderio di approfondire le sfide che oggi investono le comunità cristiane.
Nel suo intervento, il Prof. Montisci ha offerto un’analisi lucida e schietta, non nascondendo un approccio realistico. Ha sottolineato come il cattolicesimo stia attraversando un momento di grande difficoltà: “Viviamo in un tempo di carestia spirituale”, ha dichiarato, evidenziando la crescente disaffezione delle nuove generazioni verso la fede e la pratica religiosa. “C’è una carenza di speranza su cui bisogna lavorare tanto”, ha aggiunto, lanciando un appello a rinnovare l’impegno della Chiesa.
Un aspetto centrale del suo discorso è stato l’impatto della pandemia, che ha ribaltato alcune convinzioni profonde, tra cui il senso di appartenenza e la pratica religiosa. “Sarà praticamente impossibile tornare allo stato religioso precedente alla diffusione del Covid-19”, ha spiegato, osservando come l’esperienza pandemica abbia segnato una transizione epocale.
Il Prof. Montisci ha inoltre evidenziato il ruolo pervasivo dei social media, i cui meccanismi sono spesso in contrasto con i valori evangelici. “Le logiche dei social non coincidono con quelle evangeliche”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulle insidie culturali legate all’individualismo e alla superficialità. Ha poi analizzato il cambiamento culturale in atto, passando da una società in cui la fede era centrale a una in cui essa è percepita come un’opzione. Questo mutamento, ha spiegato, rende più difficili le scelte definitive e indebolisce il senso di responsabilità, accentuato dalla “globalizzazione dell’individualismo”.
Un altro tema affrontato è stato quello della fragilità educativa degli adulti, che spesso rinunciano al proprio ruolo di guida, lasciando che i figli diventino modelli per loro. “Alle famiglie normative si è sostituita una famiglia affettiva”, ha detto, evidenziando la necessità di una nuova attenzione pastorale.
La proposta del Prof. Montisci è chiara: “Dobbiamo passare da una pastorale della cura e conservazione a una pastorale missionaria”. Questo approccio, ha spiegato, deve mettere al centro l’evangelizzazione e la vicinanza agli ultimi, adattandosi alle sfide di un’epoca profondamente diversa dalle precedenti.
L’incontro si è concluso con un vivace dibattito, durante il quale i partecipanti hanno condiviso esperienze e domande, trovando nel confronto un momento di crescita personale e comunitaria. Particolarmente apprezzata è stata la riflessione sulla necessità di una catechesi che non si limiti a trasmettere nozioni, ma che sappia entrare in dialogo con le domande profonde delle persone.
Questo evento si inserisce nel cammino verso il Giubileo 2025, “Pellegrini di Speranza”, richiamando l’importanza di una Chiesa che sappia essere al passo con i tempi senza perdere la propria identità. I prossimi appuntamenti, previsti per il 15 febbraio, 15 marzo e 5 aprile, rappresenteranno nuove occasioni per approfondire il dialogo tra fede e cultura, con la speranza di una partecipazione sempre più ampia.