La domenica appena trascorso ha visto festeggiare il battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista. La vicenda è narrata nei tre Vangeli sinottici (Matteo, Luca e Marco) e avviene sulle rive del fiume Giordano, in Galilea. Il rito effettuato da Giovanni dovrebbe richiamare le abluzioni effettuate dagli ebrei. Essi, infatti, nei rituali di conversione all’ebraismo prevedono un bagno purificatorio in acque che, secondo le regole della letteratura rabbinica classica, devono provenire da falde acquifere. Questo bagno è detto Mikveh. La pratica, però, si discosta dal Battesimo impartito da Giovanni e successivamente dagli stessi Apostoli poiché, mentre quello della cultura ebraica viene ripetuto più volte nella vita del praticante per purificarsi, per i cristiani è un atto unico e permette di rinascere a vita nuova.
Nei primi secoli del cristianesimo questo rito era effettuato sulla riva dei fiumi come ricordato negli Atti degli Apostoli (Atti, 8, 36-38; 16, 3) e da qui il nome “fonti battesimali” (fontes baptismi cioè sorgenti o ruscelli del battesimo). Un’altra attestazione della pratica rituale dei primi secoli, in questo caso archeologica, la si ritrova negli edifici chiamatiDomus Eclesiae (Casa-Chiesa). Questi edifici non erano altro che le case dei fedeli che accoglievano gli altri fratelli. A Dura Europos (antica città della Mesopotamia, oggi in prossimità del villaggio di Salhiyah in Siria), gli archeologi rinvennero un’abitazione composta da più livelli e parecchi vani. Ai piani superiori si trovavano gli alloggi e, nel piano inferiore, al centro dell’edificio, in una stanza minore, il battistero. Al centro della stanza si trova la vasca. Essapresenta una profondità non eccessiva (1.61m x 0.95 m x 0.65 m di profondità), è sovrastata da un baldacchino impostato su quattro colonne ed è decorata con una serie di pitture ispirate sia al Vecchio che al Nuovo Testamento.
Nelle catacombe di San Callisto a Roma è possibile ammirare la raffigurazione più antica del battesimo di un catecumeno. Nell’affresco, datato al II secolo d. C., è possibile vedere il sacerdote che posa la mano destra sulla testa del battezzato e con l’altra regge un rotolo, probabilmente il Vangelo. Questa iconografia, nei secoli, si tramuterà nel gesto di aspersione con la mano destra.
Con l’editto di Milano del 313 e grazie all’azione dell’imperatore Costantino, la religione cristiana evolve i suoi edifici di culto utilizzando la basilica romana come modello per le sue chiese. Il luogo del battesimo acquisì nella nuova architettura uno spazio liturgico proprio in quanto esso fa parte di un rito a se stante. Per l’importanza e la peculiarità del rituale, sin da subito, si evolsero una serie di edifici chiamati battisteri. La loro forma presenta una grande varietà di soluzioni, da quella ottagonale a quella circolare, tenendo sempre come fulcro il fonte battesimale. Dall’XI secolo il sacramento fu somministrato in ogni parrocchia e questo portò a dedicare in ogni chiesa una cappella, di solito quella più vicina all’ingresso, proprio per significare l’ingresso del battezzato nella comunità cristiana. È in questo momento che le vasche iniziarono a sostituire le vecchie piscine. La persona stava in piedi nella vasca piena d’acqua ed il sacerdote versava l’acqua sulla sua testa.
Oggi il Battesimo viene amministrato sia per immersione che per effusione da un ministro del culto anche se, in casi di emergenza, chiunque può battezzare pronunciando la formula di rito (CIC Titolo I, Capitolo III, Cann. 864-871).
Simone Falqui