Il battesimo di Gesù
Sulle Epifanie, questa tecnicamente è una teofania, poiché interviene tutta la Trinità Santissima, abbiamo già dato degli spunti nelle brevi riflessioni precedenti. Sembra opportuno, allora, soffermarsi su questo raro parlare del Padre che indica suo figlio come agapetòs. Tralasciando la mai trascurabile opera d’arte dell’enciclica di Ratzinger, Deus Caritas est, che è l’opera sintetica sull’amore cristiano mai scritta con quel metodo stringente e chiarificatore, proponiamo che ci sembra riduttivo “questi è il mio figlio prediletto nel quale ho posto il mio compiacimento”. Una traduzione semiletterale, ad un grido drammatico e imponente di Dio Padre.
Se è vero che sta dicendo, guardate che ho messo in terra mio Figlio amato, agapetós, è vero che lo ha detto con un verbo che sta dichiarando diverse sfumature, non solo che gli vuole bene incommensurabilmente.
Questa affermazione, usando il verbo greco agapao, sta ad indicare che non ammette metafora di sorta. “Tutto, totalmente da sempre e per sempre, se c’è una cosa che non dovreste toccare di me è Lui”, questa dichiarazione è anche un avvertimento del suo coinvolgimento personale nel darci il Figlio. Nel greco prebiblico significa qualcuno o qualcosa di cui si è contenti , la si accoglie, la si saluta, la si tratta con i dovuti onori. È l’amore insostituibile, il bene maggiore, quello che è espresso come prediletto, che non dice preferito agli altri, ma amore assoluto, in questo caso. Ma anche amore che si irradia e che risolleva, un amore attivo che fa bene e che fa il bene. Dio Padre sta dicendo che Gesù gli è caro, carissimo, che è il suo unico figlio e lo sta ponendo lì a disposizione, ma sarebbe meglio rendersene conto. È dichiarazione d’amore e monito nel contempo. E siccome è l’amore a regolare i rapporti tra Dio e l’uomo, la regola, la misura è suo Figlio. La morte stessa è prefigurata in agapao, perché è il massimo dono d’amore (Stauffer). Così l’amore per il popolo fa mettere al Padre tutto il suo amore in pericolo, inspiegabilmente, poiché conosce gli esiti, ma non può rinunciare ad essere ciò che è, Amore.
Don Antonio Tamponi