Epifanie e Teofanie, in greco, sono manifestazioni di Dio dirette o indirette, che mostrano o significano una presenza di Dio ponderosa che in quel caso specifico vuole farsi sentire in tutta la sua presenza ed esistenza, ma anche volontà. Non si propone per essere ammirato, ma per illuminare un discorso e un percorso per la persona.
Facendo un po’ di confusione tra le due abbiamo: ai Magi, il Battesimo, le Nozze di Cana, il Tabor ecc.
la Chiesa celebra, nella Messa del sei Gennaio l’Epifania ai Magi, ma nella Liturgia delle ore anche le Nozze di Cana e il Battesimo di Gesù.
L’Epifania, manifestazione, ai Magi è l’espressione universalistica della presenza di Dio a dei ricercatori, con gli strumenti di quel periodo, perché possano, per via di ragionamento e segni insiti nel creato, raggiungere Betlemme e intuire anche la portata dell’evento.
Ultimamente, i cattolici festeggiano quelle che ritengono essere le feste più importanti, e lo
sarebbero anche parzialmente, come Natale, Venerdì Santo e un po’ meno Pasqua. Ma non conoscono più l’Epifania, la Pasqua quanto il Natale, l’Assunta, l’Immacolata, peggio la Pentecoste.
Vi è pertanto un pensiero monco della presenza di Dio in mezzo a noi. In sostanza sappiamo della Sua venuta, ma non il perché e dove attingere la forza per raggiungerlo.
Una volta una catechista buona ci portò al Ricovero per Anziani, allora si chiamava così, a portare i panettoni natalizi. Una vecchietta, buona ma sveglia, me lo rifiutò, dicendomi che fare un gesto per sentirsi buoni un giorno all’anno, non era il
Messaggio di Gesù. Io ero piccolo, rimasi mortificato, ma rimane vero ciò che mi disse. La vita cristiana è fare esperienza di luce per donarla senza cortocircuiti, anche senza panettone, ma con una presenza indefettibile e fattuale.
I Magi arrivarono per una strada e dovettero andare via da un’altra, questo è talvolta il percorso della salvezza, cambiare per un sentiero illuminato, non per un’autostrada piena di insidie.
Don Antonio Tamponi