Gio. Dic 26th, 2024

Il Verbo si fece carne: la Parola di Dio che illumina e trasforma la storia

Natale. La Messa del Giorno

Dal vangelo secondo Giovanni.
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

In esegesi biblica, parlare del Prologo di San Giovanni è come in filologia dire Platone o Dante o Shakespeare.
Una stele di concentrati teologici, biblici e filosofici. Come aver messo il punto fermo sull’incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Questo, tuttavia, non è il nostro primo pensiero, risolverne l’arcanon letterale, o non solo, ma sapere esistenzialmente come incide nella nostra vita. Potremmo dire che come a Betlemme vi è una culla per il corpo di Cristo, questi sono i piedi di quella culla ferma del Suo ingresso nel mondo.
Adesso ti aspetteresti che ti spiegassi λόγος e דָּבָר, parola in greco e parola in ambiente ebraico, che sono il centro di questa ouverture, qualcosa ti posso dire, ma sappi che stiamo operando a cuore aperto e cinque anni di filosofia fatta, non mi bastano per chiuderti un discorso interminabile.
I due lessemi significano parola nell’una e nell’altra lingua, ma capisci da solo che parola in greco ha tutta una sua storia ed etimologia ed in ebraico ugualmente. Cerchiamo di congiungere con un ponte ideale il mediterraneo e dare una lettura congiunta partendo da un’unità, la testa dell’autore che contiene tutto questo significato in un atto unico di pensiero.
Parola, discorso in greco, parola e cosa realizzata in ebraico, in questo contesto ci dicono almeno certamente questo: la parola di Dio incarnata, Gesù Cristo, non è solo una parola ma un fatto reale che congiunge i discorsi fatti finora e dà senso perché non è solo un modo di dire, ma un impegno di Dio in Gesù Cristo a realizzare l’evento della Incarnazione, passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo di suo Figlio per la nostra salvezza. Non è una parola così per dire, ma è una parola detta e irrevocabile che si propone di dare un nuovo indirizzo alla storia, succede quel che deve succedere, compresa la morte di Gesù, poiché l’uomo ha perso l’unica speranza che aveva distinguere il buio dalla luce. Non vedere più chiaro, cioè, sulla sua felicità intrinsecamente naturale. Per raggiungere questo livello non basta la verità, ma ci vuole anche la grazia. Poiché la verità da sola, talvolta è solo un peso, ma con la grazia la di può portare. Quanta gente conosce delle verità che non avrebbe mai voluto sapere e ne è stata schiacciata, la verità di se stessi, degli altri, di Dio stesso va portata con la gioia della grazia.
Ecco perché gli angeli gridano dalla capanna: gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Non ti si può dire una verità senza amore, è come metterti un giogo pesante sulle spalle e abbandonarti lì, senza sapere se è un dono o una punizione.
Ecco, Cristo è la Parola di Dio che ti dice: c’ero prima, oggi sono qui, ma anche domani, se vuoi, non ti lascerò solo.

Don Antonio Tamponi

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