Il giubileo ha origine dalla tradizione ebraica che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra (con lo scopo pratico di rendere più forti le successive coltivazioni), la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione di schiavi e prigionieri, il riposo della terra.
Il senso teologico del giubileo, infatti, è che l’israelita non può né essere schiavo né avere schiavi perché c’è un solo Signore e tutto, uomo e terra, appartiene, non a due signori, ma, all’unico Signore, JHWH, Dio. Così, recita il Levitico 25,10:
«Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia».
Infatti, questo è lo scopo del giubileo secondo la Scrittura. E per l’inizio del giubileo si suonava un corno di ariete, in ebraico yobel, da cui deriva il termine cristiano giubileo.
In era cristiana, il primo giubileo fu indetto nel 1300 dal Papa Bonifacio VIII che fissò una scadenza della festività ogni 100 anni. In seguito, si fissò ogni 50 anni, ma i giubilei ebbero scadenze sempre diverse a seconda degli eventi.
Paolo VI decise che l’Anno Santo fosse dedicato alla riconciliazione. Lo indisse con la bolla Apostolorum Limina del 23 maggio 1974. All’apertura della Porta Santa la notte di Natale del 1974, erano presenti anche monaci buddisti.
Fu il primo Giubileo ad essere trasmesso in mondovisione, e vide la celebrazione della fine delle scomuniche con la Chiesa di Bisanzio e la partecipazione del Patriarca di Alessandria Melitone.
Il giubileo 2025 si aprirà ufficialmente il 24 dicembre 2024 alle ore 19.00, con il rito di Apertura della Porta Santa. La bolla d’Indizione di Francesco del giubileo «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5) invita i cristiani perché il giubileo possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza» (1Tm 1,1). E’ un periodo che ogni credente dovrebbe dedicare alla penitenza, alla conversione e alla rinuncia al peccato.
Per la Chiesa cattolica il Giubileo rappresenta anche l’anno di indulgenza plenaria concessa dal pontefice a tutti i pellegrini, ossia il perdono generale e lo sconto delle pene temporali per tutti i peccati già perdonati attraverso il sacramento della confessione.
Il giubileo è un periodo in cui la comunità credente e ogni singolo credente è invitato a dedicarsi alla penitenza, alla conversione e alla rinuncia al peccato. Per la Chiesa cattolica il giubileo rappresenta anche l’anno di indulgenza plenaria concessa dal pontefice a tutti i pellegrini, ossia il perdono generale e lo sconto delle pene temporali per tutti i peccati già perdonati attraverso il sacramento della confessione.
In che modo?
1) Il credente attraversa la Porta Santa con il corpo, con la mente e con ilcuore: La porta, immagine di Cristo. Nel passare questa soglia, il pellegrino si ricorda del testo del capitolo 10,9 del vangelo secondo Giovanni: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Il gesto esprime la decisione di seguire e di lasciarsi guidare da Gesù, che è il Buon Pastore. E’ luogo di transito verso il trono dell’Agnello. La porta giubilare è Cristo stesso che introduce nella città celeste, che perdona le colpe e rimette le pene.
2) Il credente, pellegrino dell’Assoluto, della Speranza con il pellegrinaggio ( deriva dal latino per ager che significa “attraverso i campi) fa un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza, attraverso i campi della propria esistenza, per orientarla verso la santità di Dio. Con essa, si fa propria anche l’esperienza di quella umanità che, per vari motivi, è costretta a mettersi in viaggio per cercare una vita migliore per sé e per la propria famiglia.
3) Il credente con l’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, e tramite le opere di misericordia materiali e spirituali, arricchisce il tesoro di grazia e di amore della comunità credente che è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia” (Spes non confundit, 22).( E’ opportuno richiamare cosa si intenda per Indulgenza: L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi)
Il papa Francesco stabilisce, che domenica 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali, i Vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare. E il nostro vescovo Roberto da appuntamento, alle comunità credenti e alle persone di buona volontà galluresi e anglonesi, nella chiesa di Gesù, Sommo Sacerdote, alle 17:30 per la processione verso la cattedrale per la celebrazione Eucaristica.
Come si pone la nostra chiesa gallurese anglonese? Possiamo porre un segno in questo anno santo che metta insieme (un simbolo) del nostro giubileo? I tre pilastri, la porta, il pellegrinaggio, l’indulgenza possono camminare insieme come un inno di giubilo? Tento una proposta, che, peraltro, ho già fatto ai presbiteri: quella di riprendere il tema che l’arcivescovo di Milano Delpini ha fatto per il giubileo 2025 in occasione del 7 dicembre, festa di Santo Ambrogio: Lasciate riposare la terra- il giubileo 2025, tempo propizio per una società amica del futuro. E’ molto ricca di spunti….ad esmpio: “se Dio ha sentito l’esigenza di riposare così occorre lasciare anche agli esseri umani e alla terrra la possibilità di farlo. Il “ principio sabbatico” custodisce il mistero del cosmo come dono di benevolenza e creatività”.
Don Gianni Satta