In un tempo in cui il valore del ministero sacerdotale è spesso misurato in base alle molteplici attività pastorali, c’è chi potrebbe ritenere “riduttivo” il ruolo di un prete che si dedica principalmente alla celebrazione dell’Eucaristia. Eppure, la tradizione della Chiesa, i grandi Padri, i teologi e i Papi hanno sempre sottolineato che non c’è nulla di più grande per un sacerdote che fare della Santa Messa il centro della propria missione. La celebrazione eucaristica è il cuore pulsante della vita della Chiesa e il momento in cui si rende presente il sacrificio salvifico di Cristo. Ogni volta che il sacerdote si accosta all’altare, egli agisce in persona Christi Capitis, rendendo visibile l’azione di Dio nel mondo. È un compito che trascende ogni limite umano, ma che spesso rischia di essere frainteso nella sua vera grandezza.
San Giovanni Crisostomo, uno dei più grandi Padri della Chiesa, descrive la celebrazione della Messa come un’azione che porta i fedeli e il sacerdote stesso oltre i confini del visibile:
“Quando vedi il Signore immolato e giacente sull’altare, e il sacerdote che sta pregando sul sacrificio, e tutti i fedeli arrossati da quel Sangue prezioso, puoi forse pensare di essere ancora tra gli uomini e di essere ancora sulla terra? Non sei già piuttosto trasportato in cielo?” (Omelie sul sacerdozio, III, 4). Crisostomo non lascia dubbi: il sacerdote, durante la Messa, opera come mediatore tra cielo e terra, partecipando a un mistero che trasforma radicalmente la realtà. Considerare “riduttivo” questo compito significa non comprendere la dimensione divina che si realizza sull’altare.
Anche San Tommaso d’Aquino sottolinea che nessun atto umano può essere paragonato alla celebrazione eucaristica. Scrive infatti: “Nessun atto umano può essere più santo di quello con cui il corpo di Cristo viene consacrato” (Summa Theologiae, III, q. 82, a. 1). Per Tommaso, ogni volta che il sacerdote celebra la Messa, egli non solo rappresenta Cristo, ma rende presente il sacrificio di redenzione per il mondo. Questo è il fulcro della vocazione sacerdotale, un compito che non può essere relegato a un ruolo secondario.
San Giovanni Paolo II, in Ecclesia de Eucharistia, ribadisce che l’Eucaristia è il cuore della vita del prete: “Il sacerdote si identifica in modo speciale con Cristo sommo sacerdote, proprio perché è l’offerente principale del sacrificio eucaristico, nel quale non cessa di operare la redenzione del mondo” (n. 29).
Papa Francesco, invece, invita a riscoprire l’essenza della Messa come un atto d’amore: “La Messa non è un rito che si fa per abitudine, è un incontro con Cristo vivente, è il dono più grande che un sacerdote possa offrire al suo popolo” (Omelia, Santa Marta, 10 febbraio 2018).
Entrambi i Papi ricordano che, anche in contesti difficili o con assemblee poco numerose, la celebrazione della Messa rimane sempre l’atto più alto e universale che un sacerdote possa compiere. Se anche un sacerdote fosse chiamato a dedicarsi esclusivamente alla celebrazione della Messa, non sarebbe mai riduttivo o limitante. Come sottolinea il Concilio Vaticano II: “Nella Santissima Eucaristia è contenuto tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè Cristo stesso” (Presbyterorum Ordinis, n. 5).
Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, già nel 1969 metteva in guardia contro il rischio di ridurre il ruolo del sacerdote a mere funzioni sociali. Nel celebre discorso radiofonico che sarebbe poi stato pubblicato nel libro Fede e Futuro, affermava: “Avremo presto, preti ridotti al ruolo di assistenti sociali e il messaggio di fede ridotto a visione politica.” (Fede e futuro, Joseph Ratzinger, Queriniana, 1971). Si tratta di parole, pronunciate oltre cinquant’anni fa, che oggi, appaiono più attuali che mai. Il richiamo di Ratzinger sottolinea che, senza l’Eucaristia al centro del ministero sacerdotale, il sacerdote rischia di smarrire la propria identità più profonda.
La Messa è il compimento più alto della vocazione sacerdotale, poiché in essa si realizza la salvezza del mondo. Una frase attribuita a San Pio da Pietrelcina sintetizza bene la grandezza della Messa: “Sarebbe più facile che il mondo esistesse senza il sole, piuttosto che senza la Messa.” (D.A.)