Seconda domenica di Avvento. Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
La seconda domenica di avvento del 2024, questo anno, per motivi di calendario salta, lasciando il posto all’Immacolata Concezione, secondo la concessione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Ma se questo, in molti anni, ha fatto discutere teologi e liturgisti, io direi che non è un male da sopportare, piuttosto dipende dalla predicazione di quella giornata.
Liturgicamente il tempo mariano per eccellenza, infatti, è il tempo di Avvento, dove Maria è segno di questa attesa accogliente e vigilante, creata Immacolata, senza macchia, per essere la degna arca della Nuova Alleanza. Il suo ventre di donna si è reso disponibile ad accogliere non solo il Divino Infante, ma anche la volontà di Dio.
La cosa importante è che Maria non è poi rimasta incinta, suo malgrado, ma le è stato chiesto con l’Annunciazione se liberamente avesse voluto portare questa responsabilità, che l’avrebbe resa si “benedetta tra le donne”, ma anche con un “spada nell’anima”, visto che avrebbe poi dovuto restituirlo a Dio attraverso le mani violente dell’uomo.
La figura Mariana, vuoi per l’arte, vuoi per certi aspetti più semplificanti come certa devozione, spesso fanno apparire la Madonna come una donna piccola e smarrita. Mi pare tutt’altro: dalla culla in grotta alla Croce sul Calvario, non abbandonerà mai il figlio. Tanto è vero che Sant’Agostino ci dice di commuoverci per la sua fede, non per il suo parto.
Alla Madonna, donna dell’attesa strenua e fiduciosa, affidiamo chi ha perso la speranza.
Don Antonio Tamponi