Gio. Nov 21st, 2024

“Chiamatelo!”, don Antonio Tamponi riflette sulla fede come scelta libera e impegno personale

Il commento al vangelo di domenica 27 ottobre, 30ma del tempo ordinario, a cura di don Antonio Tamponi

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,46-52

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Nel Vangelo di oggi, il Cristo sembra poco cortese, certamente in contro corrente col pensiero della fede a domicilio. Bartimeo è cieco e cerca aiuto, ma il Signore non si avvicina a lui, gli chiede “alzati e vieni”. Da lì inizia il dialogo. Poi perfino la guarigione!
Allora, supponendo che non ci sia niente a caso, dovremmo dedurne con serenità: avvicinarsi a Dio deve essere un atto libero, avvicinarsi a Dio presuppone fatiche personali, avvicinarsi per chiedere è legittimo, ma non si sosta a vita nella propria acredine perché qualcosa non va, per chi crede, se vuoi che funzioni, non aspetterai l’apparizione a casa tua, ma metterai la volontà di fare un passo. Normalmente invece lo insultiamo: se ci fossi stato avresti bloccato il traffico quando passavo io. Ma non funziona così. Quando passava lui, nessuno bloccó il traffico, salì sulla croce. A noi, invece, sta chiedendo almeno di alzarci dalla nostra comoda superstizione per passare alla fede, che porta frutti di gioia e pace, non di odio e guerra contro tutto e tutti!

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